Gli archibugi Bolognesi.

Presso le corti esterne di Palazzo Comelli

Per Raggiungerci:

https://goo.gl/maps/sUvkoEERZfFk9GyS8 —- per chi arriva da Bologna https://goo.gl/maps/ZYS2nuT1zMfVA9Wu7 —- per chi arriva da Firenze
Archibugio Acqua Fresca.

Negli orari 09:00-12:30/14:00-18:30

Saranno esposte al pubblico fotografie e documenti con interessanti particolari inerenti alla costruzione e cesellatura di queste armi, in oltre: Armi risalenti ai secoli XVI°-XVIII° tra cui un archibugio Acqua Fresca, la gradita compagnia dei discendenti dalla stirpe Acqua Fresca, tra cui, Osvaldo Acqua Fresca, col quale avremo il piacere di intrattenerci con spiegazioni, racconti, aneddoti e leggende legate ai suoi antenati, e il maestro cesellatore di fama Mondiale Fabrizio Acqua Fresca il quale per l’occasione metterà in mostra alcune delle sue recenti creazioni.

Da Cecchi ad Acqua Fresca, perchè?

I Cecchi, fabbri ferrai originari di Firenze, migrarono dalla vicina Toscana a Creda “Appennino Bolognese”, il loro trasferimento nella vicina Valle del Limentra, avviene a causa di una enorme frana che rase al suolo diverse abitazioni di Creda. Con l’evolversi del tempo assumeranno e cambieranno il cognome da Cecchi in Acqua Fresca, perchè?

Ci racconta Osvaldo Acqua Fresca: Ciò avviene a causa della presenza di un pozzo d’acqua fredda che si trovava nell’antica casa che i Cecchi acquistarono nel 1585 in località Pianacci a Bargi, quando all’epoca, i vari clienti chiedendo informazioni per raggiungere i fabbri, questi venivano orientati dai locali verso la casa riconoscibile dal pozzo di acqua fresca, sito come detto nella proprietà “acqua utilizzata anche per la tempra dei metalli”, negli anni questa singolare indicazione, viene acquisita dalla famiglia come nome d’arte, e in seguito come proprio cognome.

A questa famiglia, si può attribuire l’invenzione e perfezionamento dell’arma a retrocarica. Arma a più colpi che si diffuse nella seconda metà del Seicento. Fu Sebastiano Acqua Fresca il primo degli armaioli a studiare la modifica dell’archibugio, in cui una ruota a quattro scatti permetteva di caricare simultaneamente palla e polvere inventando di fatto il fucile a ripetizione. Questa evoluzione dell’arma permetteva un fuoco rapido verso gli avversari, che disponendo di fucili ad avancarica con un solo colpo, si ritrovavano di fatto ancora nell’intento dell’atto di ricarica, mentre l’arma Acqua Fresca era in grado di sparare in successione fino a 34 palle, le quali erano contenute nel calcio del fucile assieme alla polvere da sparo. Questa innovazione tecnologica, sviluppa l’interessamento della famiglia dei Medici verso questo tipo di arma, quando nel giugno 1695 sulla facciata della casa Cecchi, Girolamo Balzani dipinge lo stemma granducale, questo fece supporre un brevetto Mediceo “non documentato”, da qui nasce la leggenda del Signore degli Schioppi. “Titolo del libro scritto da Gabriele Cremonini e Osvaldo Acqua Fresca”.

La Slavina di Creda (da documenti del 1609)

Creda: Possedimenti prima della frana.

Creda: Possedimenti interessati dal cedimento della montagna.

Appennino Bene Culturale

L’Appennino bolognese è un territorio dalle doti straordinarie. Chi pensa sia una zona geografica povera di bellezza e attrattive, si sbaglia davvero di grosso.

Quando all’alba, transitando sui sentieri di crinale godiamo di maestosi panorami, scorrendo lungo un torrente al tramonto, visitando rocche secolari e osservando alberi monumentali, ci si può perdere in questa immensa bellezza, quasi magica e impalpabile dell’Appennino.

Noi dell‘Associazione ABC (Appennino bene culturale) abbiamo passato al setaccio il territorio giorno dopo giorno e sempre ci siamo stupiti di tanta magnificenza, nelle sfaccettature della storia e della natura che si andavano presentando ai nostri occhi.

Visitatori forestieri e frettolosi “quando accompagnati da esperti della zona” si dichiarano sempre sorpresi e alquanto stupiti di questo parco della qualità della vita a cielo aperto, constatano che questo territorio ancora selvaggio e incontaminato, non ha nulla da invidiare a mostri sacri del turismo come le vicine Bologna e Firenze.

Al tempo stesso quando si racconta o si spiegano le connotazioni storiche o l’importanza naturalistica e sociale del territorio a persone residenti, ci si rende conto, che non comprendendo a fondo l’immenso patrimonio in cui hanno la fortuna di vivere. Vivono in Appennino Bolognese ma non lo “guardano bene” né con la mente e neppure col cuore.

L’Appennino bolognese merita invece di essere guardato, scrutato, e ancor più raccontato a residenti e forestieri.

L’associazione ABC (Appennino bene culturale) non intende ossessionarli con nomi e date, aridi di cenni, ma vuole coinvolgerli, accompagnandoli per mano nei misteri e negli umori del nostro magico passato e del nostro meraviglioso e incontaminato presente: la natura.

In definitiva la nostra Associazione si prefigge di mostrare le foto di famiglia più care ad un amico, accennandogli di fatti importanti o semplicemente curiosi che non siano accademici e altisonanti, ma che possano rappresentare un piccolo ma sincero presente lasciato a quest’amico che ci viene a trovare, con l’intento di farlo ritornare.

Benvenuti nell’Appennino bolognese.